Respirare meglio per mangiare meno e con più gusto

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Respirare meglio per mangiare meno e con più gusto

Godere mangiando

Il respiro e l’ascolto profondo possono rivoluzionare il modo in cui ci alimentiamo, risolvendo la quasi totalità dei disturbi dell’alimentazione.

Sono 4 i tipi di movimenti interni alla bocca coinvolti nell’elaborazione del gusto: masticazione, traslazione, deglutizione e RESPIRAZIONE

Tutti questi movimenti indicano che il gusto è un senso “attivo”. 

Altri sensi possono essere stimolati in maniera passiva, esponendoci meramente a una visione o a un suono. Il gusto, invece, nasce sempre dall’insieme dei movimenti coinvolti con l’introduzione del cibo in bocca, nella masticazione e nella deglutizione. 

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Vediamo qui i 4 movimenti necessari all’elaborazione del Gusto:

La masticazione

Possiamo perciò riaffermare l’importanza fondamentale di quest’organo per godere di ciò che mangiamo e beviamo.

Il cibo una volta messo in bocca è spostato dalla lingua verso i premolari e i molari, dove inizia la masticazione. La lingua dirige il traffico tra i denti in movimento e la massa di cibo presente in bocca, spostandone piccoli pezzi perché vengano tritati più finemente, fino a raggiungere la consistenza di una poltiglia (chiamata bolo alimentare). 

Questa triturazione fa uscire dalle cellule del cibo gli elementi volatili utili a riconoscere un sapore. Come tutti i mammiferi, mastichiamo di più da un lato, dove concentriamo una forza maggiore, e molti degli alimenti necessitano di svariate sessioni masticatorie. 

Una regola empirica è che il sapore maggiore si ottiene quando i recettori tattili presenti sulla lingua non sanno più distinguere i vari ingredienti di un alimento (e il bolo si trova nella sua forma più digeribile). 

La traslazione

Si verifica quando si assumono dei liquidi. Il fluido può trascorrere pochissimo tempo nella bocca, per esempio quando si è assetati, oppure passarcene molto di più nel caso della degustazione del vino; in quest’ultimo esempio la lingua entra in gioco traslando la bevanda lentamente da un lato all’altro, presentandola alle varie papille gustative per permetterne una percezione e una valutazione prolungate. 

Non è esagerato sostenere che l’expertise di un conoscitore di vini dipenda moltissimo dai particolari movimenti della lingua che sa fare. 

La deglutizione 

Quando il bolo raggiunge la consistenza desiderata, la lingua lo sposta verso il retrobocca che, attraverso i recettori tattili, valuta per l’ultima volta se sia pronto per essere deglutito. 

A quel punto, avviene un movimento squisitamente coordinato: mentre il palato morbido viene irrigidito e sollevato per sigillare la parte della rinofaringe, la lingua sposta il bolo nella faringe. Nel frattempo, i muscoli nella faringe inferiore si rilassano, permettendo il passaggio del bolo nell’esofago, e altri si contraggono per chiudere le corde vocali e sollevare l’epiglottide in modo che questo non imbocchi il percorso verso la trachea. 

Infine movimenti peristaltici spostano il bolo giù per l’esofago fino a farlo entrare nello stomaco. 

I “fisiologi del cibo” dell’Università inglese di Nottingham hanno sperimentato come il rilascio del sapore durante la masticazione e la deglutizione aumenti leggermente in maniera proporzionale alla maggiore quantità di alimenti ingeriti.

La respirazione

La respirazione produce il sapore durante la masticazione e in seguito alla deglutizione sia di sostanze solide che liquide. 

Durante la masticazione il bolo si trova in bocca e fin quando vi resta possiamo continuare a respirare, campionando a ciascuna espirazione i volatili emessi dal cibo assieme alla stimolazione degli altri sensi (gusto e tatto). 

Durante la deglutizione il bolo lascia la lingua, per cui non vi è presenza di gusto, la via aerea è bloccata e di conseguenza non vi è alcun odore retrogrado. Mentre deglutiamo, infatti, tratteniamo il respiro per impedire al cibo di finire nella trachea, ma non appena terminiamo, espelliamo l’aria percependo così i retro sapori dell’alimento.

La respirazione può aiutarci a mangiare meno, con più gusto, assimilando il meglio.

Per tutti i disturbi dell’alimentazione, si dovrebbe dedicare attenzione al respiro, sia ripristinando una naturale e libera respirazione anche utilizzando tecniche preparatorie al pasto.
A pensarci bene, la preghiera prima di ogni pasto, era un’atto sia spirituale che di igiene psico corporea.

Possiamo quindi sperimentare cosa succede se spogliamo la ritualità religiosa e la sostituiamo con tecniche bioenergetica.

Mercoledì 15 maggio BioAperitivi Rigenerante alle 19:00, sperimenteremo assieme un lavoro mirato alla riconquista del nostro primo e forse più importante senso, in termini di sopravvivenza, dovendo noi mangiare per vivere.

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2 Comments

  1. Elena ha detto:

    Articolo bellissimo
    Vorrei poter fare qst aperitivo “consapevole” qui a Roma e’ possibile ?

    Grazie

    • Grazie, sono molto felice che l’articolo sia piaciuto. Al momento non ho in programma altri incontri, soprattutto non a Roma. Quello che posso suggerire di divulgare questo articolo a chi potrebbe organizzarne uno 🙂

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