Nelle tradizioni buddiste esiste una pratica detta metta, da noi tradotta come meditazione di gentilezza amorevole, in cui il praticante si concentra sullo sviluppo di un senso di benevolenza e cura verso tutti gli esseri viventi. Secondo uno studio condotto dalla Emory University, tali esercizi aumentano efficacemente la capacità di entrare in empatia con gli altri attraverso la lettura delle loro espressioni facciali.
Un altro studio sottolinea che lo sviluppo di emozioni positive attraverso la compassione ci fa accumulare diverse risorse personali, tra cui “un atteggiamento di amore verso sé stessi e il prossimo, che include l’accettazione di sé, il sostegno sociale ricevuto, e le relazioni positive con gli altri”, così come risveglia il “sentimento del controllo sulla propria vita” e include “percorsi di pensiero, padronanza ambientale, senso dello scopo nella vita, e resilienza”.
Ancora l’American Psychological Association ha pubblicato uno studio in cui i soggetti che hanno praticato “anche solo pochi minuti di pratica meditativa hanno manifestato un maggior senso di connessione sociale e positività verso il prossimo, sia a livelli espliciti che impliciti. Questi risultati suggeriscono che questa tecnica di facile attuazione può contribuire ad aumentare le emozioni sociali positive e diminuire l’isolamento sociale”.
Mentre dalla Carnegie Mellon University ci viene indicato che la pratica psicofisica e la meditazione sono utile nel ridurre i sentimenti di solitudine, e di conseguenza mitiga il rischio di obesità, mortalità ed espressione dei geni pro-infiammatori.
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Fonte: ScienceDaily, NCBI, PLOS One, American Psychological Association
1 Comment
Guarda caso mi sostengono in questo periodo la meditazione e la bioenergetica che trovo molto sintetiche tra loro talvolta consapevolezza dell una confluiscono nell altra🙏🏻🙏🏻🙏🏻profonda gratitudine ed amorevole gentilezza a tutti i praticanti e insegnanti