Il grounding o “posizione di radicamento verticale” è la posizione di base dell’approccio Bioenergetico.
Premettendo che ognuno di noi ha un’ottimale posizione di radicamento vorrei cercare di descrivere come accompagnare una persona alla scoperta del proprio grounding, l’alpha e l’omega della Pratica Bioenergetica. La posizione con la quale possiamo diventare terapeuti di noi stessi.
Siamo in piedi e ci centriamo sulla respirazione: INS-pirazione ed ES-pirazione.
Tutti i prossimi movimenti saranno guidati dal respiro.
Mettiamo i piedi più o meno paralleli e ne apriamo le dita, con gli alluci che tendono leggermente verso l’interno.
Espiriamo e rilassiamo le ginocchia flettendole di qualche grado e cercando di tenderle all’esterno, in questo modo dovremmo percepire maggiormente il nostro peso sui piedi.
Rilassiamo la zona pelvica cercando di percepire che è qua che nasce l’onda respiratoria, e facciamo scivolare il bacino nella nostra posizione mediana, idealmente è leggermente ruotato indietro.
L’inspirazione si fa spazio dal perineo fin oltre il cranio, attraverso la zona genitale, nella pancia, tra l’ombelico, l’”hara” e la zona lombare, il “sacro”, arrivando al diaframma, al plesso solare, aprendoci il petto e permettendo alle spalle di appendersi, senza sforzo, al trapezio.
Cerchiamo una posizione comoda per la testa, idealmente la sentiamo appoggiata sulle ultime vertebre del collo, sull’atlante, senza peso, in equilibrio.
Apriamo leggermente la bocca facendo cadere verso il basso la mandibola, rilassiamo i muscoli del viso, lisciamo la pelle, con particolare attenzione a quella che si trova intorno agli occhi.
Portiamo il peso soprattutto sull’avampiede, il tallone tocca terra ma è scarico.
Per aumentare e migliorare il grounding partendo da qua:
quando INSpiriamo ci lasciamo andare verso il suolo di qualche centimetro, ESpirando spingiamo con l’avampiede come volessimo affondare i piedi nel terreno e quindi risaliamo tenendo sempre le ginocchia un po’ flesse.
Possiamo progressivamente aumentare l’escursione delle ginocchia, e insieme ampliare la respirazione, sentendo che più rallenta e più diventa profonda.
Così facendo ci riportiamo in contatto con la parte più profonda di noi, ci riconnettiamo con il nucleo vitale e pulsante abbandonando il credo pensiero-centrico.
Torniamo in contatto, sia fisicamente che emotivamente, con il corpo e le sensazioni trattenute e con la realtà circostante con un conseguente e inevitabile aumento della percezione.
“Per la maggior parte gli occidentali sono centrati nella parte superiore del corpo, soprattutto nella testa. Riconosciamo nella testa il centro focale dell’io, il centro della coscienza e del comportamento deliberato. Al contrario, il centro inferiore o pelvico, dove risiede l’hara , è il centro dell’inconscio o della vita istintiva. […] La mancanza di contatto con questo centro vitale è causa di squilibrio e conduce all’angoscia e all’insicurezza.”
(Espansione e integrazione del corpo in Bioenergetica – A.Lowen, L.Lowen)